La conquista dell'Adamello dalla via Terzulli, 27-28 Agosto
2011
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Dati escursione
Giro ad anello: No Differenza altimetrica
(Rif.Gnutti-Adamello): 1388mt Ascesa totale (compresi saliscendi): Dati
non in possesso Discesa totale (compresi saliscendi): Dati non in
possesso Lunghezza totale: Dati non in possesso Tempo percorrenza
giro completo: Dati non in possesso Difficolta': EEA
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Partecipanti:
Ramingo Giovanni, Beppe, Giuliana, Angelo, Mauro, Renato, Alex, Roberto e
Sandra (quest'ultimi due, pero', non parteciperanno alla salita
dell'Adamello il secondo giorno).
Itinerario: ascesa al Monte
Adamello (3539 m) per la via normale Terzulli Ritrovo fissato per le ore 6
davanti alla sede degli "Amici delle Montagna di Coccaglio", gruppo di
amici-escursionisti uniti dalla passione per l'altitudine. Dopo una
breve sosta per la colazione a Darfo si riprende la strada e in circa
mezz'ora si arriva nei pressi di Sonico. Alla prima rotonda si svolta a
destra, per poi percorrere una suggestiva e stretta stradina immersa tra
castagneti e abetaie: stiamo entrando in Val Malga. Superata l'area
di sosta a Ponte Guat (1528 m) parcheggiamo nei pressi di Malga Premassone
(1585 m), recentemente ristrutturata, dove ci prodighiamo ad una (non
breve) sosta condita da vino e salumi. Salutata la simpatica famiglia
di gestori ritorniamo alle auto per attrezzarci. Nel primo tratto
pianeggiante nostra compagna diventa la pioggia, la quale ci costringe a
ripetute fermate.
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Costeggiando il
torrente Remulo proseguiamo con blanda pendenza fino alle famose "Scale
del Miller", sentiero che zigzagando velocemente ci eleva di quota,
trasportandoci nella meravigliosa Val di Miller.
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Intanto l'arrivo
improvviso di una tempesta di grandine velocizza e non di poco le
operazioni di arrivo al Rifugio Gnutti (2183 m), dopo circa un'ora e
mezza dalla partenza.
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Dopo una sosta
rifocillante al rifugio e un breve riposo pomeridiano ci addentriamo nella
valle per una fugace visita al suggestivo Laghetto Miller (2270 m).
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Oltre al selvaggio paesaggio colpisce l'imponenza di vette quali
il Corno Miller e Cima Prudenzini, tutte oltre i 3 mila, senza
dimenticare la lingua glaciale che delinea il Passo
dell'Adamello Tornati al rifugio si attende placidamente la cena e
l'imminente notte.
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La sveglia e' fissata per le ore 5 circa: dopo una fugace
colazione partiamo accompagnati da un'altra decina di escursionisti. Il
buio pesto e' interrotto solamente dalle nostre torce e da un cielo
stellato che pare la volta affrescata di una
basilica.
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Dopo aver sorpassato il Pantano del Miller e una non poco
faticosa morena in circa 3 ore arriviamo all'attacco della via
Terzulli, dove ci fermiamo per attrezzarci.
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Mancando di perizia alpinistica e di una minima esperienza
di arrampicata Giovanni condiziona inevitabilmente la salita, fermando
continuamente il gruppo a causa dell'impreparazione e della cronica
paura di cadere: tali lacune sono compensate dall'esperienza di Mauro,
Beppe e soprattutto Angelo, nostro accompagnatore. Pur non essendo
totalmente esposta tale risalita risulta alquanto faticosa per i
neofiti (45% di pendenza media), soprattutto dal punto di vista
mentale.
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Calzati i ramponi il gruppo si avventura sul ghiacciaio,
costeggiando la Cima Ugolini (con bivacco) e la Cima Laghetto. Ora il
paesaggio lunare rapisce il cuore anche dei componenti piu' esperti della
comitiva.
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Giunti alla base
del Monte Adamello togliamo i ramponi e cominciamo l'ultima fatidica (e
faticosa) salita tra le pietraie e la neve.
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Dopo circa un'ora siamo in vetta (3539
m).
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Lo spettacolare
panorama offerto dal cielo limpidissimo spazia su vette vicine e non, dal
Gruppo Bernina al Monte Rosa, dalle Dolomiti di Brenta al Monte Baldo,
fino ad arrivare agli Appennini.
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La soddisfazione della cima e' immensa, e le poche foto
descrivono a malapena i sentimenti di quel
momento.
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Dopo 15 minuti e'
gia' ora di ritornare: ridisceso il pendio e riattraversato il ghiacciaio
il gruppo si ricongiunge a Renato e ad Alex. La discesa della Terzulli
si trasforma in un calvario soprattutto a causa di Giovanni, inebetito
dalla paura, il quale costringera' gli altri a numerose pause nei punti
piu' difficili.
Ritornati
nella Val di Miller arriviamo spossati al rifugio, che abbandoneremo
subito dopo una breve sosta prima di affrontare le Scale del Miller,
tortura per qualsiasi ginocchia. Arrivati alle macchine ci concediamo
una meritatissima cena presso la Malga
Premassone. |