Da
Paspardo alla Cima Colombè e Barbignaga, 22 Giugno
2013 | |||
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Raminghi partecipanti: Ramingone e Ramingazzo. Sopra il piccolo paese di Paspardo in Valle Camonica, una
interessante serie di creste dapprima rocciose e poi prative discendono
dal Monte Frisozzo verso valle, delineando lo spartiacque tra la Conca del
Volano e la Val Saviore. Si tratta di una zona non molto frequentata dagli
escursionisti, che comunque sa regalare numerose soddisfazioni
paesaggistiche. | |||
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Buona parte del
tragitto si svolgerà su comoda mulattiera, il primo tratto della quale,
essendo abbastanza ripido, ci costringerà a numerose soste e ad un poco di
fatica. | |||
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Ripresa la
stradina che ora è un bellissimo acciottolato, in una ventina di minuti
siamo alla Malga Colombè dove, in Estate, è possibile acquistare i
formaggi prodotti in loco. | |||
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Proseguiamo seguendo la stradina sulla sinistra che in
cinque minuti ci porta al Rifugio Colombè. | |||
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Prontamente ci
rimettiamo in cammino, riprendiamo la stradina che sale alle spalle del
rifugio ed attraversiamo alcune belle radure tra verdi larici e belle
vedute sulla Concarena. | |||
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Seguiamo la
mulattiera fino a sbucare negli splendidi pascoli ai pedi del Monte
Colombè e delle frastagliate cime del Barbignaga. | |||
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A differenza delle
numerose comitive di escursionisti che scelgono di risalire direttamente
l'erto pendio erboso, noi decidiamo saggiamente di rimontare sulla
sinistra attraverso una via un pò più lunga, ma meno faticosa e più
panoramica. | |||
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Il sentiero
infatti è segnato molto raramente e ci costringe ad indovinare la
via come meglio riusciamo. La nostra meta è la cima con le due croci che
si trova tra il Monte Colombè e le creste del Barbignaga e che da qui
sembra ancora molto lontana. | |||
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Risalire il prato
data la forte pendenza ci obbligherà ad un considerevole dispendio di
energie, ma, come sempre, la nostra fatica verrà abbondantemente
ricompensata dal bel panorama che ci accoglie giunti in
cima. | |||||||||||
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Sotto di noi verso
Nord, tutta la Val Saviore con le montagne che la sovrastano dal Piz Olda
al Pian della Regina al Monte Marser, col Corno Miller e la cima
dell'Adamello che per l'occasione spuntano dalle
nuvole. | |||||||||||
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Verso Est si
vede il grande Lago D'Arno con il Monte Ignaga, i Corni di Cevo ed il
Corno della Vecchia. A destra gli innevati pendii del Frisozzo, mentre, più vicino a noi, ci sembra quasi di poter toccare le articolate rocce del Barbignaga. | |||||||||||
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Verso Sud, la
poderosa mole del Pizzo Badile Camuno svetta imperiosa mentre la vista
spazia su buona parte dei paesi di fondovalle sorvegliati dalla
magnifica Concarena la cui splendida sagoma ci ha accompagnato per tutto
il cammino. Sempre più a Sud fino arriviamo a riconoscere in lontananza la
tozza cima del Bronzone quasi confusa nella
foschia. | |||||||||||
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Ad Ovest le
nuvole ci impediscono la vista sulle Orobie che, intuiamo, sarebbe stata
meravigliosa. Ramingazzo in un posto del genere, non può esimersi dallo sfoderare il suo famigerato baghet e ci regala un "Soldato scozzese" da brividi. Mentre folate di nebbia risalgono dai declivi sottostanti, a malavoglia lasciamo la panoramica cima, per ridiscendere il ripido crinale. | |||||||||||
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I prati sono
dipinti da innumerevoli fiori uno su tutti la Genziana che ben risalta col
suo blu acceso nel verde dei pascoli. | |||||||||||
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Più a valle,
attraversiamo una zona di prato che sembra un groviera, tutta bucata com'è
dalle aperture delle tane delle marmotte. “Chissà che groviglio di
cunicoli ci saranno sotto i nostri piedi” vien da pensare. Ne avvistiamo
anche qualcuna che sbuca guardinga. Raggiunta nuovamente la mulattiera, decidiamo di proseguire sulla sinistra per raggiungere un bivacco che sappiamo esistere, ma che non è segnato sulla nostra cartina. | |||||||||||
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Raggiungiamo il
piccolo ricovero e dopo una veloce visita decidiamo di ritornare al
Rifugio Colombè dove, sui tavoli esterni, finalmente possiamo pranzare
consumando i panini che ci siamo portati da casa. | |||||||||||
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Dopo pranzo ci
concediamo un buon caffè ed onoriamo la promessa fatta all'andata
concedendoci una fetta di squisita torta del rifugio, prima di riprendere
gli zaini e ritornare alla macchina. L'escursione non è difficile nè pericolosa, bisogna prestare attenzione nell'ultimo tratto prima della cima sia per la quasi mancanza di segnaletica, sia per la salita abbastanza impegnativa. I grandiosi panorami sapranno ripagare di qualsiasi sacrificio fatto per arrivare fin lassù. | |||||||||||
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