Bocchetta di Val Massa da Cane', 30 Giugno 2012.




 

Dati escursione:

Giro ad anello: no
Differenza altimetrica: 990mt (da 1517mt a 2507mt)
Ascesa totale:  dati non in possesso
Discesa totale: dati non in possesso
Lunghezza totale: 13,5 km
Tempo percorrenza: 5h30min giro completo

Difficolta': E


Traccia gps:
http://www.gpsies.com/map.do?fileId=mdchtzvsnajssosp




Raminghi partecipanti:
Ramingazzo, Ramingorino, Ramingone, il neo ramingo Marino e l'amico Ciano

Bocchetta di Val Massa, per visitare gli imponenti ruderi di guerra che caratterizzano questo posto.
L'amico Marino ci aveva parlato a lungo di questa escursione, di come sia bella paesaggisticamente e del suo valore storico,
cosi' quale migliore occasione per festeggiare il suo ingresso nei Raminghi delle Terre Alte?
Ci troviamo come al solito alla mucca di Provaglio alle 6 e 30 di una bella mattina di fine Giugno.
Dopo la colazione all'area di servizio La Sosta, arriviamo al parcheggio in localita' Ponte della Valle, poco sopra il piccolo abitato di Cane',
dove comincia il Parco dello Stelvio.

 

 


 

Calzati gli scarponi e messi gli zaini, cominciamo a camminare sulla bella stradina di pietra bianca che conduce in Val Cane'.
Passiamo subito la bella baita di Stodegarda dove un esplicativo cartello ci spiega l'etimologia del nome.

 


 

Troviamo anche una fresca fontana e tutti stuzzicheranno il Ramingazzo che ci aveva avvisato di portare acqua a volonta' visto
che sul tragitto non se ne trovava...

 

 


 

Dopo un breve tratto lungo la bianca via, arriviamo al bivio col sentiero n. 3 verso le case di Chigol e la Malga Previsgai.

 



Imboccato il sentiero che qui e' ancora una comoda stradina, in breve tempo entriamo in un bellissimo bosco di larici.

 

 



Arriviamo alle case di Chigol dove un'altra bella fontana ci rinfresca e dove Ramingazzo subisce le nuove invettive dei compagni.
Proseguiamo raggiungendo, dopo circa un'ora di cammino, una bella santella recintata
.

 



Dopo altri 20 minuti circa siamo al bivio col sentiero che sulla destra, lascia la comoda stradina per inerpicarsi nel bosco.

 


Camminiamo tra alti larici e fioriti rododendri.

 

 



In circa 45 minuti siamo ai ruderi della baita di Val Massa a quota 2173mt, dove si apre una bella vista sui monti dell'Adamello,
che ci mostra la sua severa parete Nord.
Proseguiamo lungo il sentiero rientrando brevemente nel bosco che, seppur rado, resiste fino a queste quote, e, in una manciata di minuti,
sbuchiamo nella spettacolare conca del Coleazzo.
Valeva la pena fare un poco di fatica solo per vedere questo posto.

 

 


 

Siamo sulla bella mulattiera militare costruita dagli alpini durante la Prima Guerra Mondiale, che si mantiene a mezza costa sulla destra della valle.

 

 


Camminandoci sembra quasi di sentire le voci di quei poveri ragazzi che qui spesero fatiche immense a guardia dei nostri confini.

 

 


 

Dopo circa un'ora e un quarto dalla malga, raggiungiamo i 2500mt della Bocchetta di Val Massa, dove veniamo accolti da una immensa serie
di fortificazioni che, verso sinistra, si inerpicano per centinaia di metri salendo fino ai piedi del Monte Coleazzo
.

 

 


 

E' uno spettacolo maestoso anche se invita a riflettere su come sia stata la vita quassu' in tempo di guerra.
Marino intanto approfitta del luogo per indossare la maglia dei Raminghi ed entrare ufficialmente nel gruppo.


 

 



Visto che ormai e' mezzogiorno, pranziamo coi panini che ci siamo portati e brindiamo al nuovo ramingo, con le due ottime
bottiglie di rosso portate sin qui da Marino.
Dopo pranzo, Lorenzo ci allieta con le note del suo baghet, suonando un Soldato Scozzese di grande impatto emotivo
.

 



Non perdiamo l'occasione di dare un'occhiata al grande comprensorio di ruderi militari.

 

 



Ramingazzo e Ciano faranno un largo giro fino alle fortificazioni poste piu' in alto, mentre Ramingone, Ramingorino e ramingo Marino
si accontenteranno di visitare i dintorni per poi riposarsi sull'erba aspettando i compagni.

 



Riunitosi il gruppo, si fa l'ora del rientro, che affronteremo percorrendo il medesimo itinerario di salita.

 

 


Giunti nuovamente a Chigol, guardiamo una decina di mucche abbeverarsi alla fresca fontana, mentre noi scambiamo
qualche parola col proprietario di una delle baite.

 



In poche decine di minuti siamo nuovamente alle macchine, dove, approfittando di un zampillante ruscello, immergiamo gli stanchi piedi nelle acque gelate.
Una goduria per gli indolenziti arti.

 

 

 


 

 

 



 

 

 

 





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