Ciaspolata al Rifugio Bonatti, 29 Dicembre 2011




Dati escursione

Giro ad anello: no
Differenza altimetrica: 450mt circa
Ascesa totale: Dati non in possesso
Discesa totale: Dati non in possesso
Lunghezza totale: Dati non in possesso
Tempo percorrenza: 5-6 ore andata e ritorno.
Difficolta': EAI

Raminghi partecipanti: Ramingorino, Raminghino, Ramingone, ramingo Marco, ramingo Franco, ramingo Fabio col fedele Ramingheolo,
ramingo Giovanni e l'amico Davide.

Il trekking di oggi ci portera' nelle splendide montagne della Valle d'Aosta al cospetto del massiccio del Monte Bianco.
Precisamente raggiungeremo il rifugio Bonatti in Val Ferret.
Dopo il lungo trasferimento da Brescia (partenza ore 5!!!) ed il ricongiungimento in autogrill coi raminghi partiti da Novara (Ramingone, Franco e Marco),
raggiungiamo la localita' Plampincieux.
Ovviamente non senza difficolta', visto che ad un cruciale bivio, sbagliamo strada dirigendoci verso il traforo del Monte Bianco.
Saremo cosi' costretti ad una pericolosa inversione a U a poche decine di metri dal tunnel...
Arrivati a Plampincieux, troviamo la strada sbarrata e parcheggiamo le auto nell'ampio parcheggio.
Inforcate le ciaspole siamo pronti a camminare lungo la bella stradina innevata che costeggia la pista da sci di fondo.


 

Purtroppo la giornata non e' delle migliori e la Val Ferret ci accoglie con una bella nevicata e nuvole che negano la vista delle montagne.
Noi pero' non ci perdiamo d'animo e continuiamo nonostante la fredda aria sferzante.
Da queste parti ha nevicato molto come possiamo constatare dai cartelli semi sommersi e dai candidi tetti delle baite.


 

Quasi senza faticare, sorpassiamo le piccole localita' di Tronchey (di sotto e di sopra) e di Pra Sec, fino ad arrivare a La Vachey.

 

 

Camminiamo costeggiando la Dora di Ferret che a tratti affiora dalla spessa coltre nevosa, cosi' come le frastagliate
cime del Grandes Jorasses, che faticosamente fanno capolino fra le nuvole.



Durante una delle numerose pause, il buon Ramingheolo si diverte a rotolarsi nella neve.

 



Superato l'albergo La Vachey...,

 

 



 

...un breve tratto ancora pianeggiante ci porta in prossimita' di un ponticello in localita' Frebouze.



Qui incontriamo un facoltoso sciatore di fondo che ci contesta il fatto di non aver rispettato la "corsia" pedonale
e di aver sconfinato in quella da fondisti.
Ricorda inoltre che, a causa di un'incoscienza simile, la scorsa stagione ha rotto un bastoncino da 300euro incastrandolo in una buca
lasciata dallo sprofondare nella neve dello scarpone di un pedone che incautamente passeggiava sulla sua pista di fondo.
Anche se pensando al costo del bastoncino (600euro la coppia...) ci viene un po' da ridere, rispondiamo che faremo
attenzione a non sconfinare e proseguiamo pensando che con quella cifra, compreremmo bastoni da montagna per tutti i raminghi!!
Senza passare il ponte, ci teniamo sulla destra percorrendo un paio di ampi tornanti per poi lasciare la comoda stradina e imboccare
il sentiero verso il Bonatti.



Nonostante la neve, il sentiero e' molto frequentato e quindi, anche se i segni ora non si vedono, e' difficile sbagliare strada,
seguendo le varie piste nel bosco.
Questo e' l'unico tratto faticoso dell'intero percorso in quanto si superano circa 400mt di dislivello e le tracce non sempre seguono il sentiero estivo,
ma a tratti ci obbligano a faticose rampe che ripidamente ci fanno guadagnare quota.

 



La giornata sembra velocemente migliorare ed insieme ad essa anche il nostro stato d'animo.
All'uscita dal bosco ci troviamo in un grande prato innevato, il cielo si e' aperto e lascia spazio a larghi squarci di sereno.
Ma soprattutto, dietro di noi si sta aprendo un fiabesco panorama sull'imponente Grandes Jorasses e sul regale Monte Bianco.


 

Raggiungiamo l'ormai visibile rifugio risalendo il faticoso pendio, tra frustate di vento e brillare di ghiaccio.

 

 




Raminghino giunto tra i primi al rifugio, scambia per Ramingheolo il cane del posto anch'esso un labrador e comincia ad accarezzarlo
chiamandolo per nome e rallegrandosi che sia arrivato prima del suo padrone...
Ignaro del pericolo che corre con un cane sconosciuto, Raminghino continua finche' un compagno non lo informa che il vero Ramingheolo
sta arrivando ora, scortando fedelmente il suo padrone e gli alrtri raminghi ritardatatari.
La gustosa scena finisce in una risata generale.

 




Scattiamo una foto di gruppo approfittando della gentilezza di un escursionista appena arrivato.

 

 


 

 

 




Dopo aver ammirato il panorama e cambiato gli abiti sudati...,

 




...ci accomodiamo nell'accogliente rifugio per il meritato pranzo.

 




La simpatica avventrice ci elenca il menu' a base di piatti del posto tutti molto allettanti.

 

 



Il pasto procede tra chiacchiere di vario genere e con l'assillante curiosita' di Franco che non lascia in pace la cameriera,
volendo sapere ogni cosa sulla gestione di un rifugio.
Il tutto mentre Eolo ci osserva incurante.



Dopo il canonico caffe' servito con una monumentale caffettiera (ricorda quella del bivacco Occhi), ci apprestiamo a malincuore a lasciare il rifugio.
.



Salutiamo la simpatica gestrice del Bonatti e, uscendo, ci immergiamo in uno spettacolo.

 

 



Il Sole ha finalmente spazzato le nuvole che ora resistono solo in piccoli banchi alle quote piu' alte, e le montagne ci offrono tutta la loro disarmante bellezza.

 

 



Impossibile descrivere a parole la meraviglia della vista che ci si presenta.

 

 



Scattiamo decine di foto per crecare di immortalare il panorama attardando sempre piu' il momento della discesa.



Purtroppo pero' il tempo di scendere giunge inesorabile e pigramente calziamo le ciaspole e rientriamo nel bosco seguendo le tracce dell'andata.



Cosi' tra spruzzi di neve, sprazzi di Sole e rasoiate di vento gelido, raggiungiamo di nuovo la localita' Frebouze, riprendendo la stradina di fondo valle.

 



Anche se il cielo e' sempre piu' sereno, la nostra via viene sempre piu' martoriata da potenti folate di vento che fanno alzare vorticosi cristalli di ghiaccio.

 



Sul far della sera, le luci del tramonto abbelliscono ancor meglio il paesaggio, mentre le cime si accendono dei caldi colori del crepuscolo.

 

 



Un vero spettacolo che ci rapisce attardando molto il rientro di Ramingone e Davide che faticosamente riusciranno a divincolarsi dall'ammirare il paesaggio.

 

 



Intanto gli altri raminghi ormai giunti alle auto, pazientemente aspetteranno il rientro dei compagni.

 

 

Salutiamo le montagne al termine di una bellissima giornata in compagnia, al cospetto delle piu' alte cime d'Europa.

 

 

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