Dalla Valle di Inzino ai Prati di Caregno, 30 Aprile
2012.
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Dati
escursione
Giro
ad anello:Si' in parte Differenza altimetrica:893mt Ascesa totale:
1054mt (saliscendi compresi) Discesa totale: 483mt(saliscendi
compresi) Lunghezza totale: 13km Tempo percorrenza: 6h Difficolta': E
Mappa gps Valle Inzino prati di
Caregno: http://www.gpsies.com/map.do?fileId=xextllcvbqsnbzof
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Raminghi
partecipanti: Ramingotto, Ramingazzo, Ramingone con gli amici Davide e
Andrea.
L'escursione di oggi prevede la partenza da Inzino,
piccola frazione di Gardone Valtrompia, e l'arrivo a Caregno. Dopo il
ritrovo per la colazione al bar di Gardone, ci avviamo con due auto verso
la localita' La Fabbrica (Prati di Caregno), dove lasceremo la multipla
di Ramingone per ridiscendere con l'auto di Ramingazzo, verso Inzino,
luogo di partenza dell'escursione. Anche se le previsoni danno brutto
tempo nel pomeriggio, la mattinata e' bella, col Sole che gode di
ampi squarci di sereno tra le bianche nuvole. La camminata comincia
dallo spiazzo poco oltre il Santuario della Madonna del
Castello. Costeggiamo a destra il torrente Re le cui fresche acque ci
terranno compagnia lungo tutta la risalita della valle. Dopo poca
strada, passata una trattoria, siamo gia' al primo dei molti guadi a cui
ci costrigera' l'inerpicarsi del sentiero. Soprattutto coi sassi
bagnati bisogna prestare molta attenzione .
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Oltrepassiamo un bel ponticello in pietra denominato Ponte
del Dog e proseguiamo sul lato destro tra splendide fioriture
primaverili tra cui la splendida Acquilegia che, a dispetto del fatto che
sia rara, qui cresce in abbondanza .
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Intanto, un susseguirsi di cascatelle e limpidi laghetti,
ci accompagnano lungo il sentiero .
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Arriviamo cosė alla Madonnina dei 7 Re, che ipotizziamo si
chiami cosė dal nome del torrente e dei numerosi ruscelli che vi
affluiscono .
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Dopo una breve pausa riprendiamo il sentiero che prosegue,
con alcuni guadi, fra strapiombanti pareti rocciose, che, sui versanti a
Nord, sono rivestite da incantevoli coperte di muschio. Passiamo il
bivio che indica la Valle della Lana e proseguiamo verso la Croce di
Marone. Entriamo cosė nel tratto piu' suggestivo del percorso e
Ramingazzo ne approfitta per suonare alcuni pezzi col suo baghet, in un
ambiente veramente selvaggio.
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Arrivati ad un ponticello di tronchi denominato Ponte dei
Caici', ne approfittiamo per riposarci mentre Andrea ci fara'
assaggiare il suo ottimo salame .
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Riposati e rifocillati attraversiamo il ponte e
proseguiamo il cammino .
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Giunti ad una bella cascata, Ramingazzo ripropone alcuni
brani di baghet, in questo posto ne vale veramente la
pena .
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Risaliamo in buona pendenza un tratto non pericoloso ma
assicurato da alcune cordine fisse, oltre il quale la valle
addolcisce il suo carattere selvaggio aprendosi a piu' naturali
paesaggi montani. Mentre Ramingotto sembra non accusare la fatica, il
solito Ramingone si trova a corto di forze e fatichera' moltissimo a stare
al passo dei compagni. Per fortuna arriviamo finalmente alla Croce di
Marone dove, insieme, decidiamo di non pranzare alla trattoria, ma di
accontentarci di un pranzo al sacco all'aria aperta, nella bella area
picnic .
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I compagni incrimineranno il Ramingone della scelta
imputandogli il fatto di essere cosi' stanco da non aver
fame, obbligando anche gli altri al pranzo al sacco. Eh, gli
amici.. .
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Dopo pranzo, col tempo che comincia a guastarsi, decidiamo
di riprendere il cammino lungo il sentiero 317 in direzione
Caregno .
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Un lungo tratto di stradina con numerosi saliscendi ci
porta in localita' Dosso della Tensone dove troviamo un grosso albero
caduto per fortuna in direzione opposta alla
stradina .
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Raggiunta la Malga Colonno nuovo, dove credevamo
cominciasse la discesa, Ramingone suo malgrado, dovra' dar ragione al
Ramingazzo che invece asseriva che la salita sarebbe continuata ancora per
un bel pezzo.
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Cosi' sara' infatti, mentre alcune goccioline cominciano a
scendere obbligandoci agli impermeabili, raggiungiamo la sommita' del
sentiero fra i Corni del Tu, dove in giornate migliori, si apre una
bella vista sulla Valle della Lana e sulle malghe del
Lividino .
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Ignorando la via verso il Passo del Lividino, scendiamo
lungo il sentiero 317 che attraversa gli ondulati prati
fioriti .
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La pioggia alterna deboli scrosci a rovesci piu'
consistenti che ci fanno allungare il passo. Anche alcune folate di
nebbia che salgono veloci dalla valle ci nascondono il paesaggio. Siamo
ormai ai Corni Rossi dove una panchina sul belvedere sembra messa li' per
prenderci in giro. Mentre ormai siamo in vista di Caregno e del
parcheggio, approfittiamo di una tregua della pioggia per scattare
un'ultima foto .
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Scendiamo abbastanza frettolosamente mentre il temporale
prende forza sempre piu'. Ramingazzo, Andrea e Davide piu' veloci,
troveranno riparo alla chiesetta degli alpini di Caregno, mentre
Ramingotto e Ramingone ormai fradici, propenderanno per scendere
tranquilli fino alla Fabbrica, dove, nel bar omonimo, aspetteranno i
compagni. La giornata si conclude con una bevuta in compagnia, stanchi
bagnati e contenti.
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