Ciaspolata in Val Grande, 2 Febbraio 2013.




 

Dati escursione:

Giro ad anello: No
Differenza altimetrica: 857mt
Ascesa totale: 1001mt(saliscendi compresi)
Discesa totale: 155(saliscendi compresi)
Lunghezza totale: 19km (andata e ritorno)
Tempo percorrenza: 5h (solo andata)

Difficolta': EAI Media difficolta', con neve e meteo buoni.


Mappa gps Valle Inzino prati di Caregno:
http://www.gpsies.com/map.do?fileId=pegkhwrvyttibnyv&authkey=BA6F18F9814DB07F49EB4EAE2D32504709D3410AB7C5E7B7

 

Raminghi partecipanti:
Raminghino, Ramingazzo, Ramingone con gli amici Paolo, Andrea, Maurizio.

Era nell'aria da tempo l'idea di organizzare una ciaspolata in Val Grande, ma un po' per la lunghezza dell'escursione, un po' per la distanza da percorrere in auto e le poche ore di luce che si hanno a disposizione in questo periodo dell'anno, (aggiungiamoci pure la naturale avversita' di Ramingone e Ramingazzo a questo tipo di camminate...), fatto sta che abbiamo sempre scelto per posti piu' vicini o quantomeno di minor dispendio energetico.
Ma l'idea non ci ha mai lasciato e, nonostante i nostri ripetuti tentativi di abbandonarla, negli ultimi giorni si era sempre piu' maliziosamente fatta avanti.
Ramingazzo infatti, aveva proposto di svolgere l'escursione nel pomeriggio per darci l'occasione di rientrare camminando nell'oscurita' della sera.
Dopo qualche breve periodo di riflessione, anche il Ramingone appoggia l'idea e cosi' parte la macchina organizzativa.
L'orario di ritrovo e' fissato per le 9:30 alla mucca di Provaglio dove ad incontrarsi saranno Ramingazzo, Raminghino, Ramingone e Paolo.
Gli amici Andrea e Maurizio invece, per problemi di lavoro ci raggiungeranno nel pomeriggio.
Partiamo con due autovetture visto l'ingombrante equipaggiamento formato da zaini scarponi e ciaspole.
Subito un piccolo contrattempo ci fa perdere una buona mezz'oretta.
Ramingone infatti, ha distrattamente dimenticato nella sua auto le racchette da neve e cosi', col povero Raminghino, sara' costretto a tornare indietro per recuperarle.
Imprevisti compresi e dopo l'immancabile colazione al bar pasticceria di Malonno, riusciamo a raggiungere Tu, il piccolo borgo sopra Vezza d'Oglio dove avra' inizio l'escursione.

 


 

Calzati gli scarponi ed inspallato gli zaini, partiamo ad un orario inconsueto.
Sono infatti gia' passate le 12.00 orario in cui, di solito, ci troviamo a pranzo e non in cammino.
La giornata e' purtroppo bruttina ed una fitta e finissima neve gelata scende dal cielo.
Gli amici Andrea e Maurizio ci informano telefonicamente che stanno partendo in auto da Cortefranca proprio nel momento in cui noi cominciamo a camminare.

 


 

Abbastanza agevolmente percorriamo la stradina fino a raggiungere il Ponte dell'Acqua Calda dove decidiamo di proseguire sulla via di sinistra un poco piu' lunga ma meno ripida.
Intanto la neve diventa sempre piu' alta e rallenta poco alla volta il nostro cammino.
Decidiamo pero' di raggiungere almeno l'Agriturismo Valgrande prima di calzare le ciaspole, ben sapendo che piu' a lungo riusciremo a camminare senza e meno stanchi saremo a fine giornata.
Nonostante la brutta giornata, qualche bella vista sulla Valle con le baite innevate ci viene concessa.

 


 

Fatichiamo un poco a raggiungere l'agriturismo, che d'Estate sembra molto piu' a portata di mano.
Qui ci fermiamo per un po' di riposo e per sgranocchiare qualcosa.
L'orario piu' che la fatica ce lo impone.
Approfittiamo della sosta anche per mettere le ciaspole che da ora diventano indispensabili.

 



Raminghino si mette alla testa del gruppo ad aprire la via che troviamo stranamente immacolata e non battuta.
Entriamo nel bellissimo bosco di larici che oggi ci offre, alzando lo sguardo, una suggestiva visione delle cime delle piante che sembrano danzare sotto le raffiche di vento.
Restando nel fitto del bosco, siamo momentaneamente protetti dal vento, ma intuiamo che ben presto le cose cambieranno.

 



Dopo una mezz'oretta buona dall'agriturismo, sbuchiamo nella vastissima conca che ospita la chiesetta del Caret.
Qui in estate un fresco fiumiciattolo e verdissimi prati sono coronati da una serie mozzafiato di cime rocciose e impervi canaloni e facilmente si avvistano gruppi di cervi pascolare placidamente tenendosi a distanza dalle frotte di escursionisti che risalgono la Valle.
Oggi invece regna un silenzio penetrante rotto soltanto dalle frequenti raffiche di vento che alzano miliardi di cristalli di ghiaccio.
Quello che d'Estate e' un rigoglioso fiumiciattolo, ora e' poco piu' che un rigagnolo che interrompe zigzagando la bianca monotonia del manto nevoso
.

 



Da qui in poi l ciaspolata si fa sempre piu' impegnativa perche' fatichiamo a riconoscere la strada ricoperta di neve e perche' in certi punti di accumulo,
sprofondiamo fino alle ginocchia.
Intanto le raffiche di vento e neve si fanno sempre piu' intense e, contrarie al nostro senso di marcia, ci costringono a numerose soste.
Nel frattempo veniamo incredibilmente raggiunti dagli amici Maurizio ed Andrea che sono evidentemente muniti di una gamba diversa dalla nostra.

 


Non senza fatica raggiungiamo la Malga Valgrande e cerchiamo riparo dalla bufera mettendoci tra i muri di due casette. Mangiamo un boccone e beviamo qualcosa di caldo prima di decidere di raggiungere il bivacco Occhi.

 



Rimessi gli zaini proseguiamo in direzione del visibile bivacco, ma continuare in queste condizioni sara' un'impresa per tutti tranne i super allenati Raminghino e Maurizio che in poco tempo staccano i compagni.
Intanto Ramingone, poche decine di metri dopo la malga, sopraffatto dall'ennesima potente raffica di gelo, decide che non vale la pena continuare e, moralmente sconfitto, avvisa il Ramingazzo che sarebbe tornato indietro.
Anche Ramingazzo farebbe volentieri a meno di continuare, ma, con lodevole sacrificio, decide di proseguire e raggiungere i compagni per avvisarli della decisione di Ramingone.
Cosi', i due compagni si mettono d'accordo di incontrarsi alle auto e Ramingazzo, consegnando all'amico le chiavi della sua macchina, prosegue verso i compagni.
la neve sempre piu' alta con l'evidente aumento della pendenza rende gli ultimi metri prima del bivacco durissimi ,si sprofonda fino alle ginocchia. Mentre Maurizio ha gia' guadagnato la meta, Ramingazzo, Raminghino, Paolo e Andrea stanno ancora soffrendo alcune decine di metri sotto. Paolo, invaso da spirito di sacrificio, si offre di fare da apripista e, messosi in testa al manipolo, comincia una disperata lotta contro la neve ostile. Tra sprofondamenti, improvvise emersioni e demoralizzanti quanto debilitanti grovigli con le ciaspole riesce a compiere solo pochi metri prima di cedere alla fatica. Intanto i compagni lo osservano incuriositi.
Raffiche di vento sempre piu' impetuose accompagnano l'arrivo al bivacco.
Entrati ci adoperiamo immediatamente ad accendere la stufa, mentre una pentola piena di ghiaccio posta sul piano di ghisa, rende l'idea del freddo che c'e' anche dentro il rifugio.
Mentre i compagni sono alla ricerca disperata di un accendino, il Ramingazzo si procura la legna nella vicina casetta adibita a legnaia, faticando non poco a capire come aprire la porta che e' stranamente divisa in due ante...

 


 

Accesa la stufa, i cinque compagni si preparano un caldo e risanante the prima di riprendere la via di discesa.
Intanto Ramingone, giunto nuovamente alla malga, decide di concedersi un gelido panino al prosciutto al riparo dal vento.
Ogni tanto, munito di binocolo segue l'ascesa dei compagni immaginandone la fatica.
Ma il freddo e' troppo intenso per restare sul posto, quindi il Ramingone decide di scendere in solitaria.

 


Ormai le impronte dell'andata sono state spazzate via completamente, quindi approfittando delle ultime luci del giorno, dovra' proseguire intuendo il percorso ricoperto di neve.

 


 

Giunto alla cappella del Caret, la via diviene molto piu' facile e un suggestivo ingresso serale nel bosco di larici accompagna il Ramingone.

 


 

Intanto anche gli altri raminghi con Paolo Andrea e Maurizio, decidono di rientrare e, accese le torce frontali, cominciano la gravosa discesa, prestando un poco di attenzione al pendio di sinistra il quale, dal Passo di Val Cane', potrebbe scaricare neve.
Lasciato un segno del suo passaggio scrivendo Ramingone sulla neve, Davide arriva all'agriturismo dove anche lui  e' costretto dall'oscurita'  ad indossare la torcia frontale.
Anche se la via si fa sempre piu' agevole, la stanchezza gioca il suo ruolo e rende la discesa molto faticosa per tutti.
Arrivato alle auto, il Ramingone aspetta i compagni al caldo della macchina di Ramingazzo.
Il loro arrivo non si fara' attendere che una quarantina di minuti in quanto i cinque amici hanno incredibilmente percorso l'intera discesa al buio e con le ciaspole in sole
2 ore e 15 minuti!!!
Ma le facce di alcuni tradiscono all'arrivo una immane fatica...
Rimesso a posto zaini e scarponi decidiamo di farci una pizzata tutti insieme in una pizzeria a Berzo Demo, il giusto finale per una memorabile giornata in montagna.


 

 



 

 

 



 

 

 



 

 

 



 

 

 


 

 

 

 



 

 

 


 

 

 



 

 

 

 

 





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