Raminghi
partecipanti: Raminghino, Ramingorino, Ramingazzo e Ramingone.
Ci
incontriamo di prima mattina a casa di Ramingone e proseguiamo in auto
lungo tutta la Val Trompia (con sosta colazione al bar di Gardone)
verso il Maniva. Giunti al passo proseguiamo sulla statale del
Crocedomini superando il residence Bonardi ed arrivando ad un
tornante con annessa possibilita' di parcheggio, ai piedi del Monte
Dasdana. L' aria mattutina e' frizzante, la giornata
bellissima. Seguiamo la stradina militare in discesa sulla sinistra del
tornante (sentiero 3v variante bassa) che passa a fianco dei ruderi di
un casermone della prima Guerra Mondiale e sotto le bastionate
rocciose ed a tratti imponenti del Monte Colombine.
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Proseguendo,
superiamo dapprima le indicazioni per la cima del monte (splendido
panorama su tutte le montagne della Val Trompia e sulla catena
adamellina) poi quelle per il bivacco Grazzini (accogliente struttura
posta in luogo incantevole in localita' Craparo alto). Noi
continuiamo lungo la stradina passando al cospetto della Sfinge (torre
rocciosa spiovente sul percorso)
ed arrivando al Goletto di Cludona dove
troviamo nuovamente le indicazioni verso il vicino e ben visibile bivacco
Grazzini. Qui il panorama e' molto piu' aperto con bella vista sul
Dos Ma e sui pascoli di malga Craparo.
Al Goletto decidiamo di seguire il
3v che passa in cresta e di lasciare la variante bassa per il
ritorno. Si rivelera' un'ottima scelta perche' il panorama e'
meraviglioso e ci costringe a numerosissime soste contemplative, come
quella fatta al cospetto di una solitaria croce, monito per tutti i
viandanti.
Arriviamo cosi' al Passo di Sette
Crocette, dove su un muretto a secco, si ergono sette croci di
ferro e di lato un cippo con scolpita la data 1668. Anche da qui si
gode di un favoloso panorama sulla sottostante Val Ma, sul Monte Crestoso
e sulla Val Trompia con Collio adagiato ai nostri piedi. Ci fermiamo
un poco a riposare ed a rimirare il paesaggio, per poi riprendere sulla
destra il sentiero 3v.
Dopo pochi minuti il sentiero si
divarica nuovamente, una via arriva alla cima del Crestoso, un'altra ne
percorre, quasi pianeggiante (qualche saliscendi), il fianco sinistro
verso un piccolo passo con ometto segnaletico tra il Monte
Colombino (da non confondere con il precedente e piu' elevato
Colombine) ed il Crestoso.
In leggera discesa lasciamo il 3v e
percorriamo il sentiero numero 80 verso l' eremo di San Glisente. In
breve giungiamo alla Nicchia di San Glisente, angusta spelonca rocciosa
dove la leggenda vuole che il Santo si riparasse (o vivesse...) in
compagnia di una capra. ( leggi la leggenda di San Glisente cliccando
qui).
Ramingazzo trova sull'umido e sabbioso
terreno un'orma che asserisce appartenere ad un plantigrado noto col nome
di orso. I compagni non osano contraddirlo.
Una segnaletica indica la via per il
bivacco Bassi, che decidiamo di raggiungere in una prossima
escursione, mentre noi proseguiamo lungo il sentiero 80 che ora ci
propone la breve ma ripida salita al Monte Fra. Sudando giungiamo in
cima e la ricompensa merita ampiamente i nostri sforzi. Panorama
mozzafiato a 360 gradi fino addirittura alle bianche vette del Bernina e
in lontananza persino il Monte Rosa...
Riprendere la via, ora piu' agevole,
risulta faticoso perche' vorremmo soffermarci a rimirare la natura, ma la
strada per l'Eremo di San Glisente e' ancora lunga. Arriviamo a
valicare un nuovo piccolo passo dietro il quale un nevaio ci costringe a
fare attenzione, mentre davanti ci appare la lunga via di cresta che
superati alcuni piccoli dossi erbosi ci porta alla colma di San Glisente
(mt 2160). Ancora ci fermiamo a contemplare il panorama che apre a
meravigliosi squarci sulla Concarena e sulle Orobie. Proseguiamo in
discesa ed attraversiamo un tratto in mezzo a una selva di ontani pieni di
moscerini e siamo finalmente in vista sotto di noi, dell' eremo di San
Glisente.
Una breve discesa su prato ci congiunge
al luogo sacro e storico. Sotto l'eremo e' presente infatti una
antica cripta con colonne e volte ad arco. Incontriamo alcuni volontari
che si preoccupano della manutenzione del posto, sistemando i tavoli e
tagliando l'erba. Noi ci accomodiamo all'esterno su un panoramico
tavolo in legno a consumare i panini portati da casa ed a
chiacchierare sulla splendida escursione.
Davanti a noi uno splendido spettacolo di
montagne. Finito il pranzo, Ramingone obbliga il Ramingazzo a concedere
un breve concerto col suo baghet, visto che il posto e' veramente
appropriato. Entriamo nella piccola chiesetta e Ramingazzo comincia a
suonare. Il momento e' indescrivibile, anche gli addetti alla
manutenzione smettono di lavorare per venire a sentire le note di
Ramingazzo.
E come se non bastasse ci spostiamo nella
cripta dove l' atmosfera e' ancora piu' raccolta e la musica
avvolgente. Sono momenti da vivere, difficilmente spiegabili a
parole.
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Giunge presto
l'ora di prendere la via del ritorno, anche se a malincuore. Ci
informiamo presso i volontari a proposito di una
variante che vorremmo fare al ritorno e ci indicano un sentiero che
parte nei pressi della Colma di Glisente e che percorrendo il fondovalle
ci dovrebbe condurre alla Nicchia saltando la salita e discesa dal
Monte Fra. Ringraziamo e salutando ritorniamo verso la Colma. Giunti
nel posto indicato, nonostante i nostri sforzi per cercare il sentiero da
percorrere, non lo troviamo e decidiamo di fare la stessa via di
andata... Al Passo Sette Crocette ormai stanchi ci concediamo una
pausa, leviamo gli zaini e riposiamo qualche minuto
Ormai manca poco all'arrivo e percorrendo
stavolta la variante bassa del 3v (uno dei rari momenti in cui
Ramingazzo accusa la stanchezza) giungiamo al Goletto di Cludona,
salutiamo la Sfinge passandoci sotto...
...e in meno di un'ora siamo al
parcheggio.
L' escursione non presenta
difficolta', e' molto lunga (circa 20km tra andata e ritorno), ma
quasi priva di salita (tranne quella del M.Fra). Ci sono parecchi
brevi saliscendi e bisogna fare attenzione in caso di nebbia (molto
frequente da queste parti) a non perdersi.
Tempo necessario: 4 ore
per l'andata e 4 per il ritorno. Portarsi acqua (non si trova mai
durante il percorso nemmeno all'eremo). Vale la pena perche' il
panorama e' bellissimo lungo tutta
l'escursione.
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