Giro dei rifugi Laeng e San Fermo, 5 Giugno 2010.

Prima escursione ufficiale dei Raminghi delle Terre Alte



Dati escursione

Giro ad anello: SI
Differenza altimetrica: 1000mt circa (da 950mt a 1937mt)
Ascesa totale: dati non in possesso
Discesa totale: dati non in possesso
Lunghezza totale: 12km circa
Tempo percorrenza: 5-6 ore
Difficolta': E

Raminghi partecipanti: tutti i Primi Nati.

Il ritrovo per la nuova avventura e' al parcheggio di Provaglio d' Iseo da dove, dopo una bella colazione al vicino Bar pasticceria,
ci dirigiamo in auto verso Borno.
Oggi siamo al gran completo per cui ci tocca andare con due macchine, anzi una macchina ed il furgone di Ramingotto.
Arrivati a Borno (con l' esperto Ramingo Giorgio che si districa magistralmente alla guida del suo furgone fra le strette viuzze del paese),
ci portiamo verso le ultime case a nord del centro abitato dove parcheggiamo nei pressi di un bar ristorante.
Dopo lo scambio delle berrette Raminghe, con scherzo a Ramingazzo, imbocchiamo la stradina verso il Lago di Lova.


 

La salita e' abbastanza ripida, ma mai brutale.
Aggiriamo sulla sinistra il laghetto che dalla stradina non si vede e proseguiamo tenendo la destra ad un bivio, verso i Piani di Meri.
L' uscita dal bosco ci apre ad una bellissima vista su Cima Moren e Pizzo Camino nonche' sulla lunga traversata che dovremo compiere
al di sopra della malga.


 

Siamo ormai giunti ad un incrocio dove lasciamo la stradina e seguiamo a sinistra il sentiero 82a verso il rifugio Laeng.
E' un tratto abbastanza faticoso che risale il ripido pascolo e Ramingotto se ne accorge...
ma con la grande volonta' tipica di ogni ramingo, supera brillantemente il tratto difficile.

 

 

Il sentiero compie un paio di saliscendi aggirando il fianco del Monte Arano ed entrando nuovamente nel bosco.
Arriviamo ad una aerea di roccia spiovente sul cui culmine scattiamo alcune foto e proseguiamo toccando un piccolo e freschissimo laghetto.



Siamo ormai in vista del rifugio Laeng che raggiungiamo in una manciata di minuti.
Ne approfittiamo per fare uno spuntino con l' ottima focaccia portata da Ramingotto.
Il rifugio e' ancora chiuso (aprira' la stagione proprio oggi) quindi riposiamo ai tavoli esterni.
Nel frattempo altri escursionisti ci raggiungono.



Dopo la pausa, riprendiamo il cammino sul sentiero 82 verso il rifugio San Fermo.
In questo tratto, forse il piu' bello e selvaggio dell' escursione, tocchiamo i ruderi di un vecchio riparo
mentre dalle nuvole appare e scompare l'imponente e da qui maestosa e magnifica sagoma del Pizzo Camino.


Arriviamo ad attraversare un nevaio dove Ramingone trova un po' di difficolta' (immancabile sprofondamento nella neve)
e risaliamo un ripido pendio erboso dove Ramingorino, Raminghetto e Raminghino prendono il largo staccando
i meno abili compagni.



In vetta al pendio un po' di foschia ci impedisce la perfetta visuale della valle di Borno, del Lago di Lova e delle montagne dirimpetto.



Inizia qui la lunga traversata con alcuni saliscendi che ci portera' al rifugio San Fermo.
Il tragitto non e' difficile ma piuttosto lungo ed a volte con tratti un poco esposti che necessitano di piu' attenzione.
Ramingone verra' in questi tratti "canzonato" dai compagni per la sua proverbiale destrezza.



Attraversiamo anche il bivio col sentiero che sale a Cima Moren su un impervio pendio sassoso mentre in lontananza
ci appare la sagoma del rifugio placidamente adagiato sullo splendido poggio erboso.
Ramingotto, Ramingazzo e Ramingone riescono a scorgere anche le figure dei compagni ormai quasi giunti al rifugio.
Il ricongiungimento dei Raminghi avviene in circa mezzoretta anche perche' Ramingone si attarda a scattare foto (buona la scusa).


Accomodati al tavolo fuori del rifugio, scattiamo la foto che andra' sulla home page del sito  e ci soffermiamo un poco a contemplare il paesaggio.
Bella da qui la vista sulla Presolana da un lato piuttosto insolito.



Sicuramente non possiamo farci mancare una mangiata e bevuta in compagnia al bel rifugio, anche perche' mezzogiorno
e' suonato da un pezzo e la fame affrange i cuori.
Dopo mangiato, con assaggio di grappa al pino mugo, Ramingazzo pronuncia la frase che entrera' nella storia dei Raminghi.
Posando il vuoto bicchierino proferisce:"Andare in montagna e' un piacere e se non e' un piacere, che piacere e'?".
Ci guardiamo tutti estasiati ed increduli e dopo un  ultimo saluto al rifugio con annesso eremo (vedi leggenda dei fratelli eremiti Fermo,
Glisente e Cristina), zaini in spalla ci apprestiamo a scendere sulla stradina verso Malga Moren.



La via e' molto agevole e apre a piacevoli scorci sui prati fioriti.
Giungiamo a Malga Moren dove una fresca fontana ci accoglie e disseta e proseguiamo in vista dei piani di Meri
e laghetto di Lova.


Da qui a ritroso sulla stradina di andata raggiungiamo il parcheggio con le auto per il ritorno a casa,
non prima di aver bevuto una birra gelata al vicino bar ristorante.

L' escursione non presenta particolari difficolta' senonche' per la lunghezza del percorso.
Consigliamo di non fare la traversata Laeng San Fermo nelle ore calde estive, non c' e' mai ombra...

 

 





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