Da Pezzoro al Colle di San Zeno, 28 Gennaio
2011.
|
|
Dati
escursione
Giro ad anello: NO Differenza altimetrica: 657 mt (da
911 mt a 1568 mt) Ascesa: 669 mt (solo andata) Discesa: 168 mt (solo
andata) Lunghezza totale: 16 km Tempo percorrenza: circa 5 ore Difficolta': E
Traccia gps Pezzoro-Rif.
Piardi: http://www.gpsies.com/map.do?fileId=eaffviflhzqnorhn
|
|
Raminghi
partecipanti: Ramingazzo, Raminghino, Ramingorino, Ramingotto,
Ramingone. Con gli amici Giovanni, Davide e Fabio col fedele
Eolo.
Il programma di oggi prevede una ciaspolata da Pezzoro al
Colle di San Zeno, anche se, vista la scarsita' di neve, non sappiamo
se useremo le racchette. Il gruppo continua a infoltirsi, saremo ben in
otto ad intraprendere l'escursione. Ci troviamo alle sei e trenta da
Ramingone e, scelti gli equipaggi su ben tre auto ci dirigiamo verso
Pezzoro in Val Trompia. Dopo la solita tappa colazione al bar di
Gardone, eccoci al parcheggio di Pezzoro, dove imbocchiamo la strada verso
il rifugio Val Trompia. Ci accompagnera' anche l'allegra compagnia
di Eolo, il bel labrador di Fabio. La salita presenta un primo tratto
ripido per poi assestarsi divenendo meno faticosa. Uniche insidie sono
dei tratti ghiacciati che nascosti dal fogliame e dal terriccio, ci
obbligano a prestare attenzione.
|
|
In circa un'ora
raggiungiamo il rifugio CAI Val Trompia, circondato da uno spettacolare
bosco di faggi secolari.
|
|
Dopo un breve
rifocillamento con i biscottini di Ramingotto e di Davide, riprendiamo la
via sul sentiero n. 325 che risale il pascolo sulla sinistra e in breve
si porta alla Malga Pontogna, dove ci accoglie un bel laghetto
ghiacciato e la vista del soprastante monumento al Redentore sul Monte
Guglielmo.
|
|
Da qui il percorso
sara' interamente su neve molto battuta e ghiacciata al punto che non
indossiamo nemmeno le ciaspole. Solo Ramingone, preoccupato di
scivolare, indossa i suoi famigerati ramponcini a molla.
|
|
Seguiamo ora la stradina (sentiero n. 326) che con un lungo tratto
a mezzacosta si collega alla cascina Gale posta su un dosso erboso ai
piedi del sentiero 3v che sale al Guglielmo. La traversata, nel cui
mezzo dovremo oltrepassare anche una valanga, durera' circa un'oretta
durante la quale formeremo un paio di gruppetti in base al diverso
passo di ognuno.
|
|
In fuga andranno i "soliti" Ramingorino, Ramingazzo con
Davide e Giovanni. Piu' indietro resteranno i tradizionali Ramingone e
Ramingotto con Fabio e il buon Eolo a far da spola. Eccezionalmente
anche Raminghino restera' imbrigliato nel gruppetto
inseguitore.
|
|
Giunti nei pressi della cascina Gale ci ricongiungiamo e
seguiamo il sentiero 3V che scende sulla destra, verso una ben visibile
malga con stalla. La discesa e' ripida ma breve e non
pericolosa.
|
|
Proseguendo giungiamo a una sella erbosa, dove un timido
Sole ci illumina alcuni squarci di panorama che faticosamente fanno
capolino dalla foschia.
|
|
Passiamo un bosco di verdissimi abeti, dove tratti
ghiacciati fanno cadere per ben due volte il povero Ramingotto ed anche
Giovanni, per fortuna senza conseguenze. Persino Eolo subisce i
postumi di un taglio al polpastrello della zampa sinistra posteriore e
Fabio e' costretto a calzargli una "scarpetta" protettiva che non gli
impedisce pero' di continuare a correre
felicemente.
|
|
In breve siamo al Colle di San Zeno col bellissimo e
appena ristrutturato rifugio Piardi. In meno di un secondo decidiamo di
fermarci a pranzo al rifugio, nonostante siamo equipaggiati di ogni ben di
Dio per un pranzo al sacco. Aspettando che sia pronto da mangiare,
Ramingazzo ci allieta l'attesa con le note del suo baghet, da Soldato
Scozzese ad Amazing Grace a Solveign dei Soar Patrol. Grandissimo
Ramingazzo!!!!!!! Anche Ramingorino ci diverte raccontandoci una
barzelletta sulle "pompe funebri" con tanto di evidente doppio
senso.
|
|
Nel frattempo, la
simpatica esercente ci permette di mangiare all'interno del rifugio, i
salami che ci siamo portati da casa, , a patto che gliene facciamo
assaggiare un po'.
|
|
Consumeremo un ottimo pranzo a base dei nostri insaccati,
di pappardelle al ragu' di capriolo e per Ramingazzo e Ramingone anche
di una buonissima costata di angus con patate al forno, accompagnati da
acqua e buon vino e per finire dolce caffe' con grappino canonico al
mugo. Felici e contenti, pagato il pranzo, salutiamo il gestore
promettendoci uno scambio banner con i rispettivi siti e un
arrivederci eventualmente alla Ciaspalot in programma nelle vicinanze
tra meno di un mese. La via del ritorno sara' la stessa
dell'andata. Decidiamo di calzare le ciaspole piu' per non averle
portate inutilmente che per reale necessita'. Per Giovanni sara' la
prima volta con le racchette ai piedi e anche per i postumi di uno strappo
inguinale procuratosi nei giorni passati, accusa forte dolore, ma
stoicamente prosegue senza lamentarsi, daltronde sara' un prossimo
ramingo...
|
|
Giunti nuovamente sulla panoramica sella erbosa
obblighiamo Ramingazzo a suonarci ancora qualcosa perche' il posto e le
montagne sembrano richiederlo. Le note del suo baghet risuonano verso
la Val Palot da una parte e la Val Trompia dall'altra con grandissima
suggestione. Ma purtroppo il tempo stringe e siamo costretti a
riprendere il sentiero.
|
|
Risaliamo
faticosamente verso la cascina Gale e da qui a ritroso superiamo
nuovamente la valanga caduta sulla stradina e arriviamo alla Malga
Pontogna.
|
|
Tolte le
racchette, siamo ormai nel cortile del rifugio Val Trompia, ma decidiamo
di non fermarci e di scendere visto l'avvicinarsi dell'oscurita', cosi'
in un'oretta siamo al parcheggio di Pezzoro.
|
|
L'escursione non
presenta difficolta' di rilievo. E' un po' lunga giacche' in tutto sono
piu' di 15km, ma si svolgono sempre su stradina ben segnata o pistata con
salite mai troppo impegnative e comunque i tratti ripidi sono
brevi. Unica insidia (nella stagione invernale) come detto, sono i
tratti ghiacciati che a volte non si
vedono.
|