Giro dei Laghi di San Giuliano, 13 Agosto 2013

 


 Dati escursione
 

 Giro ad anello: Sì
Differenza altimetrica: 700mt
Ascesa totale: 723mt(saliscendi compresi)
Discesa totale: 723mt(saliscendi compresi)
Lunghezza totale: 11,5km

Tempo percorrenza: 4h senza soste
Difficoltà:E

Traccia gpsies:

 

Raminghi partecipanti: Ramingotto, Ramingone, ramingo Maurizio e gli amici Giuseppe, Loredana e Loris.
 

Da qualche tempo il nostro Ramingotto ci aveva proposto la bella escursione ai Laghi di San Giuliano in Val Rendena, al cospetto di bellissime cime quali la Presanella ed il Care' Alto, immerse nel Parco dell'Adamello Brenta.
Così, cedendo alle sue bonarie insistenze, abbiamo deciso di andarci, coinvolgendo nell'escursione anche Loredana (sorella di Ramingotto) ed il marito Loris che sono esperti della zona.
A noi si uniscono anche ramingo Maurizio ed il buon Giuseppe.
Raggiugiamo l'ampio parcheggio di Pozza delle Vacche posto a 1485mt di altitudine, dopo aver percorso via San Giuliano dal paese di Caderzone.
Dal parcheggio una stradina sterrata ci conduce in una quarantina di minuti, alla bella Malga Campo (250mt di dislivello dal parcheggio) che si affaccia sulla sottostante Val di Genova.
Bellissima la vista sul gruppo della Presanella.

 

 

 


 

Da Malga Campo proseguiamo sul sentiero n. 230 che entra nel bosco.
Percorriamo un lungo e facile traversone fino a dove l'itinerario piega decisamente verso sinistra e comincia a salire un poco più decisamente.

 


 

Qui Ramingotto e Ramingone cominciano a manifestare le prime conseguenze della salita...

 

 

 

 

Usciti dal bosco ci ritroviamo ai piedi della bellissima conca di Malga San Giuliano che risaliamo rimanendo affascinati dalla bella vista delle cime circostanti il Carè Alto.

 

 


 

Dalla malga in breve raggiungiamo il primo laghetto di San Giuliano, appollaiato anch'esso in un posto da favola. Avevamo letto che questo era un posto che ricordava le montagne e le foreste del Canada, ed arrivandoci, non possiamo che confermare. Da rimanere senza fiato...

 


 

Decidiamo di fare una piccola sosta contemplativa nei pressi della bella chiesetta (purtroppo chiusa), che ha alle spalle secoli di storia.
Ne riportiamo uno stralcio tratto dal sito Girovagando in Trentino: "La chiesetta è dedicata a S. Giuliano di Cilicia. Celebre nell'antichità per la sua fonte di "acqua buona per le febbri", pare fosse custodita un tempo da un eremita. La prima notizia è del 1292. Sarebbe stata ricostruita nel 1488 dai Lodron sul luogo dove la credenza popolare dice che S. Giuliano si ritirò per espiare la colpa dell'uccisione dei suoceri, per un tragico errore di gelosia per la sua bella consorte. L'attuale edificio è del 1868. Nelle estati tra il 1649 e il 1654 amava soggiornare nell'edificio annesso al tempietto il principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo".


 

Dopo aver scattato numerose foto cercando di immortalare il paesaggio, decidiamo di riprendere il percorso (ora n. 221) verso il rifugio San Giuliano (in ristrutturazione nell'Agosto 2013) ed il vicino Lago di Garzonè.

 


 

Poco oltre il lago, all'inizio della salita verso la Bocchetta dell'Acqua Fredda, decidiamo di fermarci per la pausa pranzo in un bel posticino riparato dal vento e con bella vista sui laghetti.

 


 

Dopo la pausa ristoratrice ed un buon caffè offerto dagli organizzatissimi Loredana e Loris muniti di fornellino e moka, riprendiamo la breve salita.

 

 

 


 

Con qualche zig zag ed infastidendo un tranquillo gruppetto di mucche, raggiungiamo la Bocchetta dell'Acqua Fredda punto più alto della nostra escursione posto a 2184mt.

 

 

 


 

Nuovamente veniamo sopraffatti dalla maestosità del panorama.
A meravigliarci stavolta sarà la vista sul gruppo delle Dolomiti di Brenta, che sebbene abbia le cime coperte da un po' di nuvole, ci obbliga ad una ennesima sosta contemplativa.

 

 


 

Alle nostre spalle invece ci appaiono le belle cime di Lares, il Monte Ospedale ed i ghiacciai del gruppo del Care Alto.

 

 

 


 

Dopo le foto rituali, riprendiamo il sentiero che oramai sarà completamente in discesa.

 

 


 

Raggiungiamo il bel Lago di Vacarsa e la Malga Campostril dove ci fermiamo ancora per un breve riposo e per riunire il gruppo che, causa i soliti ritardatari come Ramingone, si è un po' sparpagliato.

 

 

 


 

Dalla Malga Campostril, riprendiamo la stradina sterrata che lasceremo dopo una decina di minuti per percorrere una ripida scorciatoia sulla sinistra che in breve tempo ci riconduce al parcheggio di Pozza delle Vacche.

 


 

L'escursione non è difficile, il sentiero è ben segnato e mai pericoloso e dal punto di vista paesaggistico è molto gratificante, tanto che ci siamo promessi di ritornarci nella stagione autunnale.

 

 

 

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