Raminghi
partecipanti: Ramingazzo, Ramingone, ramingo Giovanni. Con gli amici:
Maurizio, Ciano e Andrea.
L'escursione di oggi prevede come meta il
rifugio Nani Tagliaferri posto in prossimita' del passo del Venano sulle
Orobie a quota 2328. Ci incontriamo al solito parcheggio di Provaglio
d'Iseo alle 5 e 30 del mattino e dopo aver fatto colazione al
bar-panetteria di fronte, prendiamo le auto in direzione Schilpario.
In circa un'ora e mezza raggiungiamo la frazione di Ronco dove
svoltiamo a sinistra sulla stradina che in poche centinaia di metri
porta al ristorante Chalet del Vo. Parcheggiamo poco prima del
ristorante in un'ampio posteggio sulla sinistra della strada. Ultimati
i preparativi, iniziamo la camminata. Sono circa le 7 del mattino e
l'aria e' particolarmente frizzante. Il primo tratto di mulattiera si
inoltra nella pineta, si arriva ad un bel ponte di legno sul torrente che
discende dalla Valle Venerocolino e fatti alcuni tornanti si giunge ad
un bivio. A sinistra attraversando un'altro ponte (un po' meno bello),
si prende il sentiero in direzione del Tagliaferri, mentre proseguendo
dritti, si arriva in una manciata di minuti alla Cascata del Vo che
decidiamo di visitare.
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Ramingone
scettico, mostra la cartina che non riporta tale sentiero, ma Maurizio
insiste e cosi' formiamo due gruppi. Ramingone e ramingo
Giovanni torneranno al bivio col sentiero segnato nei pressi del ponte,
mentre gli altri seguiranno Maurizio. Purtroppo si dovranno
accontentare di vedere la cascata dall'alto senza trovare la via di
ricongiungimento e dovranno mestamente ritornare sui loro
passi. Intanto, dopo un tratto nel bosco, Ramingone e ramingo Giovanni
sbucano nei pascoli delle Malghe Venano, coronati di cime e
impreziositi da alcune belle cascate.
Nel
frattempo, un poco trafelato, arriva Ciano che ha lasciato il gruppo di
Maurizio per avvertire gli altri compagni che il sentiero non c'era e
di aspettare gli amici rimasti indietro. Dopo poco, all'incirca in
corrispondenza della Malga Venano di mezzo, avviene il
ricongiungimento. Ci fermiamo un poco alla malga per riposare,
Andrea propone di assaggiare il salame da lui personalmente
insaccato. Ricevera' i complimenti di tutti i compagni, veramente molto
buono. Dopo il gaio rifocillamento riprendiamo la salita che conduce al
di sopra di uno sperone roccioso verso la Malga Venano
Superiore.
Qui
troviamo uno spartano bivacco utile solo se si venisse colti da
bufera. Ci soffermiamo pochi minuti a visitare il bivacco per poi
riprendere il sentiero che, in leggera discesa, attraversa il vastissimo
pascolo.
In
prossimita' di un non pericoloso guado, riprendiamo a salire sulla sempre
comoda mulattiera che con alcuni tornanti risale il versante Nord-Ovest
del Pizzo Tornello. Un tratto un poco faticoso ma interessante
paesaggisticamente, in particolare la mulattiera la quale, dove e' rimasta
intatta, e' molto bella sia da vedere che da
percorrere.
In
prossimita' di uno sparuto laghetto la mulattiera devia sulla destra
divenendo meno ripida.
Inizia qui
un lungo traversone sottocresta molto bello e panoramico.
A circa
meta' del traversone, passeremo un facile e non pericoloso canalone
attrezzato con catene.
Passiamo il
bivio col sentiero che porta al Passo di Belviso e siamo ormai in vista
del rifugio, ma prima di raggiungerlo un tratto di facili roccette ci
costringono a porre un po' di attenzione, comunque anche in questo caso
niente di pericoloso.
Arriviamo
al rifugio non prima di aver dato uno sguardo, dal passo del Venano, al
sottostante lago di Belviso.
Pranziamo
al rifugio con un bel piatto di pasta al ragu'. Ramingone, la cui
proverbiale fame e' stata demolita dalla fatica della camminata,
spiazzera' tutti dicendo che non andra' oltre il piatto di pasta e
cosi' i compagni, attoniti, non avranno il coraggio di ordinare il
secondo...
Una misera
fetta di torta finale non bastera' ad alleviare la fame tanto che ramingo
Giovanni, usciti dal rifugio, si preparera' un panino!
Visitiamo
l'obice della prima guerra mondiale, poi saliti al Venano, sono due
passi, suoniamo la campana che ci dicono essere la piu' pesante
presente sulle Alpi. Dalla campana passiamo sul dosso che sovrasta il
rifugio dove e' stata posta una bella aquila in
bronzo.
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Intanto il
tempo non ci tranquillizza alternando sprazzi di sereno a folate di nebbia
che velocemende discende a ricoprire il paesaggio.
Decidiamo
cosi' di iniziare la discesa femandoci per una pausa al bivacco,
dove Ramingone, ritrovata la fame, si sbranera' tre panini di
seguito, ben seguito dagli altri compagni, e dal salame di
Andrea.
Il tragitto
di rientro vedra' la caparbia ma infruttuosa ricerca di funghi da parte di
Ciano che dovra' purtroppo tornare a casa a mani
vuote.
Video creato da Ramingazzo
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