Dai prati di Rest al Monte Tombea,
16 Novembre 2011.



Dati escursione

Giro ad anello: NO
Differenza altimetrica:
Ascesa totale:
Discesa totale:
Lunghezza totale:
Tempo percorrenza:

Difficolta': E

 

 

Raminghi partecipanti: Raminghino, Ramingorino, Ramingazzo, Ramingone.
Con gli amici Ciano e Maurizio.

Il ritrovo di oggi e' fissato per le ore 6 e 30 a casa del Ramingone da dove partiremo per un itinerario che ci portera' a visitare le montagne che
segnavano il confine con l'Impero Austro-Ungarico durante il primo conflitto mondiale.
Il viaggio in auto, spezzato dalla sosta colazione ad un bar di Idro, risultera' un po' lungo, dovendo attraversare buona parte della Valvestino.
Comunque, poco prima delle 9, raggiungiamo la splendida località di Cima Rest, dove parcheggiata la macchina, ci prepariamo alla camminata.


 

 


 

Veniamo subito accolti dalle splendide e caratteristiche costruzioni conosciute come i fienili di Rest.

 

 


 

Da Wikipedia:
Ricerche storiche, iniziate nel secondo dopoguerra, datano questa tipologia di costruzione al VII secolo attribuendola alle tradizioni dei Goti o dei
Longobardi.
La tecnica di copertura si basava sull%u2019allineamento e sovrapposizione di centinaia di mannelli di paglia, legati con steli di lantana.
Il risultato finale era dato da un manto compatto e perfettamente funzionale: difatti la paglia oltre che essere un ottimo idrorepellente e'
pure un ottimo isolante termico che permette una perfetta conservazione del foraggio. Il primo piano era adibito a magazzino, stalla e luogo di
caseificazione e il secondo piano a deposito di foraggio.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Fienili_di_Cima_Rest ).
da informazioni locali erano fatte da paglia di grano saraceno una volta coltivate in loco, ora coltivate nella bassa bresciana per conto dei valligiani.
Nei pressi della chiesetta degli alpini, imbocchiamo il sentiero n. 69, che attraversa gli splendidi alpeggi.



 

 



 

 



 

 




Superiamo un paio di malghe ed entriamo in un bel bosco di faggi, ma distratti dalla bellezza del percorso, sbagliamo inpietosamente strada
proseguendo sul sentiero 69 anziche' prendere il n. 66.


 




Mestamente ritorniamo sui nostri passi fino al bivio della discordia che troviamo ampiamente indicato da esaurienti frecce segnaletiche...
Abbandoniamo cosi' la facile stradina per continuare su sentiero.
Dopo una ventina di minuti, raggiungiamo una piccola radura dove spartane panche, ci esortano ad un breve riposo.




Ramingazzo ci offre alcune barrette energetiche che tutti di primo acchitto rifiutiamo memori del pessimo gusto di quelle che ci aveva offerto la volta
scorsa. Stavolta però alle disgustose barrette al gusto cappuccino, ha sostituito quelle più buone alla mela ed al limone, ed alcuni di noi accettano
di mangiarle.
Riposati e rifocillati, riprendiamo il sentiero che, attraversato il bosco, sbuca nei pascoli sotto la cima del Tombea. La splendida giornata non fa
che accentuare la bellezza del panorama che da qui in poi continuera' ad accompagnarci.

 

 


 

 




Con qualche tornante attraversiamo i prati cercando di trovare lungo il percorso, qualche fossile di conchiglie e ammoniti che dicono essere
numerosi da queste parti. Purtroppo a mani vuote raggiungiamo la Malga Tombea, adagiata proprio sotto la cima del monte.

 

 


 

 




Qui giunge anche la vecchia strada di arroccamento usata dagli alpini nella Prima Guerra Mondiale.
Dalla stradina poco oltre la malga, vediamo una freccia che indica il sentiero verso la vetta, noi pero' decidiamo di salire da un'altra via non
segnata che si inerpica partendo proprio da sopra la malga.

 

 



Con un poco di salutare fatica siamo in cima dove il panorama a 360 gradi, ci lascia senza fiato.

 



Di sicuro non pensavamo che il Tombea offrisse uno spettacolo del genere.
Dietro di noi il Lago di Garda con la penisola di Sirmione ed il Monte Pizzoccolo, a Ovest il Lago di Idro, le montagne del Maniva, il Colombine
ed il dosso dei Galli con gli inconfondibili radar. Verso nord la nera sagoma del Cornone di Blumone, il Frerone, l'Adamello, il Care' Alto, le
Dolomiti di Brenta, mentre a est il Monte Baldo con le sue ondulate cime, e la vista che arriva fino alle Dolomiti ed alla Marmolada.

 

 



Approfittiamo di questo spettacolare posto per pranzare in contemplazione del paesaggio.

 

 




Scattiamo anche una foto ricordo tutti insieme sfoggiando la famigerata tovaglia raminga.


 

 



Dopo pranzo, un po' a malincuore riprendiamo il sentiero percorrendo alcuni panoramici e non difficili pezzi di cresta.
Troviamo molti tratti di trincee arditamente arroccate alla montagna e moltissimi ripari di guerra scavati nella roccia che ci costringono
ad un breve momento di riflessione.
Cominciamo a scendere raggiungendo nuovamente la stradina e proseguendo con essa verso Est, lungo il sentiero n. 67 segnato anche
dai colori bianco-gialli del sentiero Antonioli.



Raggiunta la Bocca di Caplone, lasciamo l'Antonioli per proseguire in discesa più marcata lungo la strada che con molti tornanti attraversa la
localita' Cordeter, la Selva dal Ponte, fino a sbucare sulla stradina percorsa all'andata poco sopra Malga Casina.

 

 




E' questo un tratto di discesa molto tranquillo anche se abbastanza lungo.
Intanto il Sole sta calando e le luci della sera cominciano a farsi strada, allungando le ombre e riscaldando i colori.



Attraversati ancora alcuni caratteristici fienili...

 

 



...giungiamo al parcheggio.



Decidiamo di concederci una meritata birra al tipico bar-ristorante dal tetto di paglia, prima di prendere le auto e ritornare a casa.






Video creato da Ramingone





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