Val Veny: dal bosco del Peuterey al Lago Checrouit, 6 Luglio 2013

 


 Dati escursione
 
Giro ad anello: No
Differenza altimetrica: 661mt

Ascesa totale: 660mt(saliscendi compresi)
Discesa totale: dati non in possesso
Lunghezza totale: 12km circa andata e ritorno
Tempo percorrenza: 5h circa

Difficoltà:E

Traccia gpsies:


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Raminghi partecipanti: Ramingotto e Ramingone.

Approfittando del fatto che, come ogni anno, trascorriamo un fine settimana ai piedi delle maestose cime del Monte Bianco, in Val Veny, in occasione della festa Celtica, anche stavolta non ci lasciamo sfuggire l'opportunità di farci un bel giretto su queste meravigliose montagne.

Ramingotto e Ramingone sono i protagonisti della giornata.
Decidiamo di partire con calma visto che non dovremo sobbarcarci il consueto viaggio in auto. Sgusciati dalle tende al Camping La Sorgente in Val Veny, una bella giornata e la fresca aria della valle ci aiutano a svegliarci bene. Inspalliamo gli zaini e dopo due passi siamo nuovamente seduti al bar del campeggio a fare colazione.
Finito il breve ristoro, ci incamminiamo sulla bella stradina che, attraverso la bellissima e secolare foresta di larici ed abeti del Peuterey, ci conduce al ponte del Portud costeggiando le spumeggianti acque della Dora di Val Veny.
Qui dopo un piccolo imprevisto coi biglietti d'ingresso ed i guardiani dell'accesso all'area festa (Celtica), prendiamo a destra sulla strada asfaltata, verso la località La Zerotta.
Giunti al Camping Aguille Noire, lasciamo la strada per prendere a sinistra la via che accede al campeggio. Tenendo sempre la sinistra proseguiamo in leggera salita sulla strada sterrata.

 

 

 


 

Mantenendoci sulla via principale ora pianeggiante, raggiungiamo il piccolo agglomerato di Lassy, posto a mezza costa con bella vista sull'Aguille Noire de Peuterey e sul ghiacciaio della Brenva, che, di tanto in tanto, ci fa sentire il suo maestoso ruggito. Ramingotto che mai aveva sentito la voce del ghiacciaio, stenta a credere al compagno Ramingone, dicendo trattarsi, di volta in volta, o di un aereo o, addirittura, del fragore di una frana!!

 

 


 

Al villaggio di Lassy lasciamo la stradina che ridiscende al Portud e, sulla destra, prendiamo il ripido sentiero che faticosamente risaliamo fino a raggiungere il Rifugio Cai Monte Bianco.

 

 

 

Da qui seguiamo le frecce segnaletiche per il Rifugio Maison Vieille sul sentiero n.6.
La salita è abbastanza impegnativa visto che dobbiamo percorrere a ritroso una pista da sci. Dopo poche centinaia di metri giungiamo ad un ampio crocevia. Qui si pone la scelta se continuare sulla ripida pista o se seguire il sentiero, indicato con una grossa freccia in legno, che entra nel bosco. Decidiamo all'unanimità di seguire il sentiero.
In circa 45 minuti sbuchiamo nei bellissimi pascoli del Col Checrouit, che, se non fosse per il degrado apportato dalle troppe strutture sciistiche presenti, sarebbe un luogo da favola, con una vista stupenda sul massiccio del Monte Bianco.

 

 


 

Con un breve consulto, decidiamo di non fermarci al rifugio e di proseguire sulla destra lungo il bel sentiero TMB (traversata del Monte Bianco) che in leggera salita porta verso il Lago Checrouit.

 

Intanto ci liberiamo delle magliette bagnate per metterne di asciutte e Giorgio ne approfitta per sfoggiare il suo tatuaggio nuovo… fiammante!!

 

Ramingotto, forte della sua proverbiale capacità di parlare inglese, ferma una coppia di escursionisti stranieri chiedendo loro di scattarci una foto.

 

 

Rimessi gli zaini, decidiamo di ritornare verso il rifugio Maison Vielle, dove pranziamo con un ottimo piatto di spaghetti, prima di riprendere il sentiero verso il campeggio.

 

L'escursione è facile e davvero molto soddisfacente dal punto di vista panoramico. Ottimo punto d'appoggio è il rifugio Maison Vielle che offre un'ottima cucina anche se, visto la facilità a raggiungerlo, a volte è un po' affollato.

 

 

 

 

 

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